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Data messaggio: 27 Aprile 2002 Salve Luca , non penso di essere ancora in grado di fare una sintesi sul come padroneggiare la respirazione e l'arte di soffiare ,dato che i miei studi sono ancora prematuri ( mi trovo ancora nella fase della costruzione del registro ,,imboccatura ,ecc..),perciò non posso affrontare l'argomento a modo mio . Ciò che posso fare per il forum è proporre un libro che fortunatamente sono riuscito a reperire ,( ultimissima copia , così mi ha confidato l'editore stesso .)che tratta proprio questo argomento , il titolo è : L'educazione alla respirazione diaframmatica nel musicista autore Marco Brazzo editore Marrapese - Roma Forse conoscerai già il trattato dato che conosci , almeno così ho dedotto, Il prof. Tranquillo Forza e lui sicuramente è a conoscenza di questo libro . Fra l'altro ho acquistato il suo illuminante saggio sullo studio del bocchino per i labiofoni e sono rimasto decisamente soddisfatto. Citero un capoverso per dare spunto ad una discussione : "Per quanto concerne gli strumenti a fiato ,vi sono tre fattori principali che concorrono alla perfetta emissione delle note,essi sono: 1- il diaframma che crea la pressione dell'aria e la controlla ; 2- la lingua che regola il volume e l'intensità del flusso d'aria contro 3- l'imboccatura,che offre la necessaria resistenza a questo flusso per creare le corrette vibrazioni per ogni registro. Tutti e tre questi fattori devono funzionare in perfetto sincronismo fra loro......per far questo sono necessari oltre che gli esercizi musicali anche degli esercizi muscolari ." Fin qui abbiamo scoperto l'acqua calda , ma possono essere nozioni utili per i non suona ancora la tromba . La cosa interessante invece sono la serie di esercizi di ginnastica e di respirazione che l'autore propone per educare il muscolo diaframmatico e non solo . Ti ringrazio e sono convinto che potremmo darci una mano con gli studi ,( la coscienza no finisce mai di incontrarsi con la conoscenza). Grazie Luca a presto Paco
Data messaggio: 09 Maggio 2002 Caro Luca vorrei discutere con te e con tutti gli amici che leggono questa mia dell'utilizzo della sordina per pratica. Tu parli della Peacemaker che io ho provato per una settimana ma che ho restituito perché la pressione di ritorno era molto alta e perché non sopportavo lo stetoscopio per più di dieci minuti. Ho provato anche il Silent Brass Yamaha ed andava decisamente meglio però il costo mi sembrava eccessivo ed a lungo andare anche con quello avevo retro pressione consistente (back pressure come dicono gli americani). Per poter andare avanti uso una wah-wah con il bicchiere inserito perché è l'unico modo per poter scendere su tonalità gravi ma non è poi tanto silenziosa (purtroppo sono costretto a suonare la sera tardi o in alternativa a rinunciarvi :-( ). Ho provato una Jo Ral Tritone e posso dire che è una splendida sordina ma anche questa poco silenziosa. Ora ho ordinato una Dennis Wick per pratica e vedremo che succederà..... In attesa di pareri, opinioni, suggerimenti e consigli ti saluto cordialmente Alessandro
Data messaggio: 09 Maggio 2002
Ciao a tutti, scusate la mia maleducazione ma in questi giorni ho avuto un sacco di problemi su tutti i fronti (ieri mi hanno tolto anche l'altro dente inferiore del giudizio, porca... ).
Cercherò di rispondere alle due domande.
A Paco gli volevo dire questo. La respirazione, o, l'arte di respirare l' ho studiata con tanti e tanti di quegli esercizi, che mi sono perfino rincitrullito. La cosa più grave nel cercare di raggiungere la meta della respirazione è il fatto che perdiamo il vero arrivo (o partenza): il suono. Se ci concentriamo per un 80% nella respirazione il nostro suono va a farsi benedire, l'attacco diventa sporco e così via. Dopo essere arrivato a sognarmi gli esercizi durante il sonno, posso aver dedotto che: è si produttivo lo studio della respirazione, ma deve, secondo il mio modesto punto di vista, essere moderato e di aiuto per il naturale apprendimento. Mi spiego meglio. Adesso che credi o pensi di averne capito qualcosa, l'unica cosa de devi fare è cantare. Canta, e cerca di ottenere il più bel suono possibile. Cantando non devi pensare a labbra, bocchino, strumento, lingua, ma solo alla giusta aria e al bel canto. Il diaframma comincerà a muoversi naturalmente e non in pressione, la gola si aprirà e capirai che l'unica cosa da fare è stare rilassato(specialmente per i muscoli facciali) e tante altre cose che non ti dico per non rovinarti la sorpresa. Diventerai un bravo cantante (così imparerai a costruire, senza strumento, le prime frasi melodiche) e nello stesso tempo otterrai un ottimo suono. Per arrivare a quello che dicono gli insegnati Zen "l'illuminazione" ci vuole tanto, ma tanto sacrificio ed esercizio.
Ad Alessandro gli volevo dire questo. Quando si usa una sordina che attutisce fino a far scomparire quasi completamente il suono, è logico pensare che la pressione diaframmatica aumenta. Pensa che con l'ultima sordina di cui parli, la pressione che devi impiegare è nettamente superiore alle altre due. Per riuscire a risolvere, almeno per una buona parte questo problema, io che, come te avevo (e per fortuna avevo) questo problema, ho fatto così. Molto semplicemente, ho amplificato ulteriormente il microfonino della sordina Yamaha. Il procedimento è molto semplice. Con un cavo coassiale a jack stereo da 3.15 mm (quelli da cuffia) collegati con l'uscita della centralina Yamaha (line out) con la linea d'ingresso (line in) della schedina sonora che hai sul tuo pc. Collegati con le cuffie, e, se la tua schedina sonora ha un buon amplificatore, in men che non si dica regolando il mixer riuscirai ad ottenere il giusto equilibrio. Se non possiedi la scheda sonora del pc, ma hai un buon amplificatore nell'impianto hi-fi di casa, collegati ad una linea di ingresso, e ascoltati anche lì con le cuffie. Ah, dimenticavo. In ambedue i casi, e specialmente nel primo, puoi suonare con una base senza rompere le palline a nessuno. Comunque, per la Peacemaker so che esiste in farmacia un prodotto proprio dello stetoscopio per attutire il dolore alle orecchie.
Spero di essere stato chiaro ed esauriente, altrimenti, son sempre qua.
Luca Mastrotto
Data messaggio: 10 Maggio 2002
Ciao Luca, sono Tranquillo. Per inserirmi nel discorso di Alessandro potrei dire che la Dennis Wick è molto buona e che lo è altrettanto la TOm Crown. Ti saluto e ti auguro buon lavoro. Tranquillo
Data messaggio: 11 Maggio 2002
Mi chiamo Marco Pierobon, dal 99 sono prima tromba del Maggio Musicale Fiorentino, docente alla scuola di musica di Fiesole e membro del quintetto di ottoni Gomalan Brass. E' mia intenzione intervenire riguardo alla diatriba in corso, inerente la famosissima "respirazione diaframmatica". Ormai è stato scritto e letto moltissimo sulla tecnica degli ottoni, ma un libro che personalmente ritengo molto interessante è "Song and Wind", di Brian Frederiksen, editore WindSong Press, USA. Saprete già che è LA biografia di Arnold Jakobs, ex tubista della chicago symphony orchestra, nonché insegnante di cultura e sensibilità sterminate. Vorrei far notare alcune cose, che spero possano esservi utili, tratte dal capitolo inerente la respirazione del libro in questione: 1. pensate alla musica, non ai vostri polmoni, esattamente come per guidare l'auto non serve essere un meccanico del box Ferrari!!! 2. il diaframma è un muscolo che, quando contratto si espande verso il basso. Funziona esattamente al contrario rispetto al bicipite, ad esempio. Viene attivato SOLAMENTE per inspirare. Durante l'espirazione si rilassa. E basta. 3. il cosiddetto "supporto", attribuito per generazioni al diaframma, deve essere dato dal movimento dell'aria, e non da una tensione muscolare, in se e per se dannosa!!! 4. ed è l'unica cosa personale (e non scientifica) che scrivo: POCHE PIPPE!!! traduzione: non creiamoci problemi che non ci sono. Pensare e cercare di ascoltare il risultato che vogliamo (suono, articolazione, dinamica, fraseggio, ecc...) nel cervello prima di suonarlo, (come se a suonare fosse un altro... magari bravo) e poi imitarlo. Piano piano in questo modo insegniamo al nostro corpo ad andare DA SOLO nella direzione giusta. E i risultati arrivano! (Giancarlo Parodi docet) Spero di essere stato abbastanza chiaro, per ogni dubbio sono a disposizione! Un'ultima pillola di saggezza: "Devi studiare finché non ti casca il culo" Adolph Herseth Un saluto a tutti
Data messaggio: 11 Maggio 2002
Ciao Luca, sono un trombettista autodidatta ma appassionatissimo, siccome gli impegni di lavoro fam.ecc. non mi lasciano grandi spazi, mi alleno spesso di notte, ho comprato il silent brass e ti dico che è un valido aiuto, ho visto però il PACEMAKER sul tuo sito e mi ha incuriosito molto, soprattutto per il fatto che non devi portarti dietro centraline, alimentatori ecc. Mi sapresti indicare qualche eventuale sito su cui poterlo acquistare? Attualmente sto usando una Stomvi mod.FORTE con bocchino Bach 7c, il mio grande cruccio è quello di non riuscire a salire oltre uno stentato Sib, come si fa???? Sono oltre 4 anni che ho cominciato, ne ho 39 adesso, vorrei potere accelerare i tempi di "salita" , potresti consigliarmi qualche esercizio specifico? Ho le labbra alquanto carnose,va bene il 7c? Ciao -----Davide
Data messaggio: 11 Maggio 2002
A quanto detto d Pierobon, non posso che non aggiungere un HAI RAGIONE. Come dice sempre il mio maestro "La verità sta in poco posto". Per quanto riguarda il discorso di Davide, non sono io certo la persona più adatta a trattare questo tipo di argomento. Ricordo che sono un semplice allievo. Cercherò, comunque, di risponderti. Per l'acquisto della Peacemaker, non devi far altro che ordinarla in un negozio musicale della tua zona. Loro a sua volta, la dovrebbero richiedere alla Mogar Music, la quale la importa. Il suo costo non è elevato, e come prodotto devo dire che non è male. Per quanto riguarda il bocchino, la scelta è per lo più personale. Tu, devi sentire qual'è il bocchino giusto per te. Ricorda, che la scelta del bocchino è una cosa piuttosto delicata e ragionata. Innanzitutto il bocchino si ti può aiutare a portanti più in acuto, ma, il più delle volte, a spese del grave e del suono. Se sei riuscito a "riempire" il 7c prova per una settimana un 6c o un 8c e vedi cosa succede. Ricorda che il tuo chiodo fisso non deve essere solo l'estensione, ma il suono. Non serve a nulla avere una buona estensione con un suono "talebano". E' molto meglio avere un buon suono con una discreta estensione. L'estensione arriverà da se. Per quanto riguarda l'estensione, quello di cui tu ti lamentavi, io ti posso dare i seguenti consigli. Sovente, il trombettista, vede la sequenza delle note in un ottica verticale. Nota acuta=suono alto. Invece di vederla così, pensa di vederla come nel pianoforte. Nota acuto=suono a destra. Con questo cosa voglio dire. Se tu hai paura perché secondo te non ci arrivi, sta pur certo che a quella nota non ci verrai mai. Quando cominci ad avere i primi dubbi, la tua muscolatura comincia a contrarsi, automaticamente il diaframma non funziona più bene, e la nota non la prendi. Per attaccare un suono acuto, non serve avere tantissima aria né una tensione esagerata dei muscoli facciali, ma una piccolissima tensione (la giusta tensione, come viene detta) alle labbra e una discreta tensione a livello addominale. Tutto per avere una grande velocità del flusso d'aria con un foro piccolino. Quindi, come vedi, ritorniamo sulla respirazione. Quando tu, capirai bene come respirare (e di modi per arrivarci hai visto sul forum ce ne sono tanti), la tua estensione comincerà ad aumentare e senza accorgertene. Capirai che per attaccare un suono acuto basta inspirare ed espirare velocemente, senza pause ma con solo l'idea di far uscire tutta l'aria per un foro piccino piccino. Ricorda inoltre che per raggiungere una buona estensione, non devi picchiare in acuto per i 3/4 del tempo che provi, e soprattutto non devi premere. Ma devi provare 1 o 2 volte durante la tua prova quotidiana. Quando raggiungerai un semitono in più sii felice di averlo raggiunto, e non scoraggiarti se il giorno dopo non lo raggiungerai più, poiché, lavorando in quest'ottica in una settimana quel suono diventerà tuo (quando un suono diventa tuo lo raggiungi da freddo, da caldo, e quando sei distrutto N.d.R.). Un esercizio utile a questo può essere quello della flessibilità. Vai nella sezione di "per chi non lo sa" e nel capitoletto della "respirazione" del sito. Segui l'esercizio del do-sol-do fatto con i movimento del corpo... Ti aiuterà, se fatto ogni giorno, a capire il modo di pensare per andare in acuto con la giusta morbidezza e suono.
Spero di essere stato chiaro ed esauriente, altrimenti, son sempre qua... Ciao Luca Mastrotto
Data messaggio: 07 Giugno 2002
Ciao Luca vedo con rammarico che non ci sono molti trobettisti che spulciano sul forum, sarebbe molto importante scambiarsi opinioni ed esperienze,in modo che chi come me non ha la fortuna di essere un professionista dello strumento, possa trarre insegnamento da persone esperte.Ho seguito il tuo consiglio di provare ad esercitarmi con un bocchino diverso, in realtà l' 8C lo avevo già sperimentato in passato, ma ho la sensazione di aver bisogno di qualcosa più comodo, quindi ho comprato un 5C, mi ci sto esercitando, però sto continuando ad usare il 7C per le serate in cui suono con il gruppo. Vorrei sapere se è errato usare un bocchino più largo per gli esercizi e poi uno più stretto per le esecuzioni,visto che non me la sento di utilizzare il 5 nelle uscite, perchè mi stanco più facilmente, anche se sembra che il suono comicia a guadagnarne, anche andando in acuto mi sento il labbro che si muove con libertà maggiore, però prendo anche delle lisciate con una faciltà maggiore. Ti saluto e auguro a tutti ottime suonate! Davide
Data messaggio: 07 Giugno 2002
Purtroppo hai ragione Davide, poche persone scrivono su questo forum... Sto pensando infatti di inventare qualcosa di nuovo, di più semplice e immediato, ma sono ancora in alto mare. Riguardo alle tue considerazioni, ti posso dire, per quel che ne capisco io, che quello che stai facendo non è il modo migliore di operare. E' normale che usando il 5C ti stanchi più velocemente (aumenta la porzione di labbro rispetto al 7C), e di conseguenza è vero che ti senti più "libero". Ma non è corretto usare due bocchini diversi, almeno in questa fase. Visto che stai usando il 7 e poi passi al 5, prova il 6 e tienilo fin quando non vedi che non ti da più quello che cercavi. Ma per capirlo ci vuole tempo... Le prime settimane saranno un po "difficili", ma poi ne trarrai i risultati. Ciao e a presto.
Data messaggio: 08 Giugno 2002
Carissimo Luca, sono leggermente incasinato con il lavoro, ma leggendo questa e mail volevo portare un piccolo contributo: non confondete il numero primo della bach (indicante il diametro interno della tazza) con tutte le problematiche della resistenza ed estensione. Come tu avrai letto io non credo molto che tra il 5 6 e 7 ci siano così tante diversità da dire che non ci si riesca a lavorare. Ora ti devo lasciare. Buon lavoro! Fammi sapere. Ciao Tranquillo
Data messaggio: 10 Giugno 2002
Io sto
suonando da un poco con un Bach 5A in alternativa ad uno Shilke 13 ma penso che
il discorso dei bocchini sia talmente soggettivo che è difficile parlarne in
generale...comunque il 5 non dovrebbe avere la tazza più larga del 7 e pertanto
essere più comodo?
Data messaggio: 10 Giugno 2002
Per quanto riguarda i bocchini Bach, vi posso dire che il 5A ha una tazza molto profonda (A) e un diametro di circa 16.25mm, mentre il 7C ha una tazza medio profonda (C) e un diametro di circa 16.20mm. Hai ragione anche a dire che il discorso dei bocchini è soggettivo. Provate a leggere la sezione del sito che parla dei bocchini, disponibile da stasera... Luca Mastrotto
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